giovedì 1 dicembre 2011

Due piedi in una scarpa

Il “terrore” dei mercati per il crollo dell’euro non sarà tenuto lontano sin quando i diktat europei non saranno soddisfatti; per questo l’Ecofin stila l’agenda dei compiti a casa per l’Italia. Otto pagine fitte di tabelle e numeri che elencano  in tutto e per tutto le cose da fare. Adesso, in molti, cominciano ad abbracciare idee “separatiste” in tema di moneta, ad invocare, fuori tempo massimo, la sovranità nazionale e l'indipendenza dei partiti e del Parlamento nelle scelte economiche. Una scelta geniale e pure condivisibile. Ma la politica attuale non ha grandi margini di manovra. Tenere in piedi l’edificio dell’euro per i “monetaristi” è un must, ma tenere due piedi in una scarpa, no.  C’è chi sostiene che bisogna aderire al modello americano, dove la FED rimane il prestatore di ultima istanza. In tal caso bisogna fare dei passi indietro rispetto alle sovranità nazionali, alle liti del parlamento e accettare procedure coordinate di bilancio. In altre parole. se si vuole un prestatore di ultima istanza come la FED che monetizzi il debito, allora occorre seguire, in tutto e per tutto, il modello americano, dove infatti, per la maggioranza degli stati, non è prevista la possibilità di indebitarsi; e, quando ciò accade, allora occorre accettare anche l'eventuale allimento. Non è possibile volere la banca centrale americana e continuare a spendere e  a spandere all'italiana. No?

© ♔Pier Luigi

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