giovedì 22 dicembre 2011

Mister Mario e i tre porcellini dell’apocalisse

Il Passaggio dell’IDV dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione è stato inutile. Alla fine Mister Mario ce l'ha fatta... la soddisfazione era ampiamente visibile sul suo viso e in quello della ex lacrimante Fornero.  Dopo la Camera, infatti, è arrivato anche l'OK del Senato:  la manovra è stata approvata. Così, dopo una dose massiccia di polemiche, si conclude il primo tempo del governo Monti, nato per torchiare gli italiani, imporre una stagione di ulteriori sacrifici(come se non ne avessimo fatti abbastanza), e, soprattutto, restituire alle Banche il ruolo di guida nell'economia del nostro sfortunato Paese. Ma questo è solamente il primo tempo. Il secondo si preannuncia abbastanza diverso. Passata questa prima fase di tassazione  i mercati si calmeranno per un po’... Ma poi? Ieri l'Istat ci ha avvisato: siamo in recessione. E l'effetto virale, dalle banche, si trasferirà immediatamente ai clienti. C'è poco da ridere, dunque.
La prossima mossa sarà la riforma del mercato del lavoro. Una cosa viene da chiedersi: Ma Mister Mario lo sente o no il lamento delle migliaia di persone che non l'hanno votato e si chiedono perché sia seduto sullo scranno più importante? I mercati continuano a scommettere sul fatto che la cosa non possa funzionare.  Tutto dipende da come reagirà la popolazione di fronte a quest’ennesima rapina. Non è così che uscirà sano dalla “tempesta”, non disintegrando l’apparato linfatico della cosa pubblica, dei partiti e del sindacato. Lo Status quo non glielo permetterà. Per questo è assai probabile che a pagare siano sempre i più deboli, quelli senza tutele (sindacali o di  posizione).
Dopo la stangata di Monti, vi saranno le prese per i fondelli,  guidate da meri calcoli elettorali,  in vista del voto che si terra – molto probabilmente  - entro la primavera del 2013.I tre partiti che, in modo assai ipocrita, appoggiano il governo del Preside si stanno preparando, con una serie di  contromanovre, per infinocchiare nuovamente gli italioti.
Trovo che tali calcoli siano veramente meschini, se non altro poiché il bene della nazione non è né al primo  né al secondo posto… ma all’ultimo. Qui l’unico cruccio che si pongono i “politici” è dettato dalla possibilità di essere rieletti e di continuare a sperperare denaro pubblico.
Inoltre, questi politicanti farebbero bene a non farsi troppo illusioni: l’esito  del voto non è completamente sotto il controllo del cosiddetto trio dell’apocalisse. Ciò che uscirà dalle urne dipenderà molto più da chi entrerà in campo e cosa saprà proporre al popolo bue.
I partiti minori, Grillo, Vendola ma anche alcuni outsiders  come i piccoli partiti neoborbonici potrebbero  mandare all’aria qualsiasi  piano politico. Milioni di elettori sarebbero in grado di sganciarsi dai partiti maggiori, drenando così i loro voti altrove, magari in formazioni nuove ed autonome dai vecchi schemi partitocratici. Naturalmente questa non è una certezza. Si tratta di una mera ipotesi. Potrà anche accadere che prima di andare al voto il governo tecnico sia percepito in modo diverso e, in tal caso, le cose si complicherebbero ulteriormente, introducendo un’altra incognita a quelle già esistenti, vanificando così qualunque tatticismo di marca utilitarista.  
Per questo ed altro, è assai ragionevole supporre che lo scenario futuro sia adesso ancora indecifrabile ed  è per questo che i partiti aspettano le prossime mosse… Sta agli italiani capire il gioco e non farsi soggiogare.

Nessun commento:

Posta un commento