domenica 23 settembre 2012

Democrazia stocastica

Il crollo di questa nomenklatura  politica è visibile in ogni punto dello stivale Italico: Lombardia, Sicilia, Lazio ecc. Non passa giorno senza che i mass-media denuncino abusi, sprechi e ruberie di ogni genere e grado. Al punto in cui siamo non resta che modificare le basi del nostro vivere civile. In altre parole, possiamo serenamente affermare che la democrazia (così come la conosciamo oggi) ha fatto il suo tempo.
Che fare allora? Questa è la domanda focale che si impone alla nostra attenzione. 
Disgusto ed indignazione così come rabbia e protesta non sono ottimi ingredienti per trovare una soluzione pacifica e, soprattutto, prolifica di risultati positivi. Pensare ad un modello alternativo a quello democratico è assai difficile vista la ubriacatura democratica di cui tutti - chi più chi meno consapevolmente - siamo partecipi. Ora, senza dilungarmi in articolate riflessioni sui vari modelli politici a disposizione, che annoierebbero il lettore medio, cercherò di essere molto sintetico.
Personalmente preferirei un "governo dei migliori", rispetto a quello attuale. Un governo di persone veramente capaci oltre che eticamente inattaccabili. Ma mi rendo conto che una proposta del genere difficilmente troverebbe consensi, soprattutto per mancanza di adeguato "materiale umano".. .e tuttavia, anche in questo senso, potrebbero sorgere degli enormi equivoci al riguardo.
Poi guardando mio figlio che giocava a dadi, mi è venuta un'idea favolosa.
"Perché, anziché eleggere i rappresentanti del potere legislativo ed esecutivo del nostro paese, non estrarli a sorte?"
Siamo davvero convinti che dei comuni cittadini estratti a sorte si dimostrerebbero dei governanti peggiori di quelli che abbiamo conosciuto fino ad oggi?
A pensarci su viene in mente il fatto, nient'affatto trascurabile, che negli U.S.A. i giurati vengono, appunto, estratti tramite un sorteggio. E la giustizia americana, dopo tutto, non funziona così male, rispetto a quella nostrana che è invece fondata su carriere giuridiche. Questo potrebbe essere - a mio avviso - una risposta semplice ad un bisogno di democrazia diretta. Non solo. Esso risponderebbe ad un lecito desiderio di giustizia.
Certo non ci sarebbero le "quote rosa" ma forse sarebbero proprio le donne a giovarsene di più, poiché sono in proporzione numerica maggiore rispetto agli uomini.
Inoltre non avremmo un parlamento di "dottori" o "Professionisti della politica". Tutto sarebbe demandato alla dea bendata, che, di sicuro, giudica meglio di noi.
 © ♕Pier Luigi

martedì 11 settembre 2012

Exit Strategy


Questa non è una proposta irrealizzabile; forse è una proposta disperata, ma occorre per reagire ad una situazione disperante. Lo stato è stato esautorato della sua funzione emittente e, di conseguenza, della sua sovranità monetaria. Il popolo è stato, di fatto, indebitato. Infatti il compianto Prof. Giacinto Auriti sosteneva:
"Il diritto di emettere denaro e, in conseguenza, di stabilirne il valore, è un attributo squisito della sovranità".
Ed ancora:
"Fin tanto che non si dimostra chi è il proprietario all'atto dell'emissione, tutti i crediti e tutti i debiti sono inesigibili."
Questo è vero poiché manca la cosiddetta "certezza giuridica" del diritto. Infatti, storicamente...
"La moneta quando era d'oro era di proprietà del portatore; oggi, con la moneta nominale, il proprietario è la Banca Centrale di emissione (BCE)" La moneta-debito è il capolavoro di satana, perché attraverso di essa, chi l'accetta viene truffato. Questo è un debito non dovuto o, meglio, un credito rovesciato perché scaturisce da un'espropriazione indebita all'atto dell'emissione. La prova di ciò sta nel fatto che prima la gente lavorava per il raggiungimento del profitto, oggi lavora per pagare i debiti!"
Pertanto, "La sovranità politica, senza la sovranità monetaria, non esiste".
Se prima le citate parole del compianto Prof. Auriti davano un qualche spiraglio per improntare una azione di rivendicazione della sovranità monetaria presso i reggenti dell'euro sistema, oggi, dopo l'evasione della richiesta posta dall'On. Marco Scurria, la questione non può nemmeno essere più posta all'ordine del giorno poiché la risposta è stata già data. Secondo Olli Rehn, infatti, la proprietà della moneta all'atto dell'emissione spetta all'euro sistema.
Quindi, senza operare ulteriori digressioni da azzeccagarbugli, l'unica strada percorribile è uscire dall'euro. A ben vedere, però, neanche questo sarebbe possibile poiché non è stato previsto alcun meccanismo di uscita dalla moneta unica. "Stracciare gli accordi", come suggeriscono alcuni estremisti, comporterebbe danni inestimabili sia sul piano economico sia sul piano delle relazioni internazionali. 
Vi sarebbero infatti tutta una serie di conseguenze catastrofiche negli scambi commerciali ecc. Intanto, nell'attesa di poter tornare a battere moneta per conto proprio,  potrebbe risultare assai utile affiancare all'euro una moneta complementare che abbia le caratteristiche del SIMEC di auritiana memoria. Con ciò si stimolerebbe la ripresa di un paese sull'orlo del collasso incentivando gli acquisti e le vendite al dettaglio. In prospettiva, invece, c'è da riprogrammare l'agenda economica in modo tale da risultare più funzionale alle necessità della popolazione e meno dipendente dai capricci dei rentiers.
L'unica strada da seguire è quella dell'uscita dall'Unione Europea, poiché allo stato dei fatti non esistono condizioni accettabili per rimanerci.
Infatti, l'art. 50 del Trattato di Lisbona prevede la possibilità per uno stato membro dell'U.E. di uscire unilateralmente.
Solo in un secondo momento si potrebbe eventualmente rinegoziare un'eventuale rientro, dato che esistono paesi che, pur facendo parte della UE, non hanno adottato la moneta unica. Basti pensare al caso eclatante della Gran Bretagna. E se non l'hanno fatto loro avranno avuto un'ottima ragione per rimanerne fuori. 
© ♚Pierre

venerdì 7 settembre 2012

Pacta sunt servanda.

Il Governatore della BCE, Mario Draghi e il suo omologo della Bundesbank, Jim Weidmann



Alla fine “Man Draghi” ce l’ha fatta: via libera all’acquisto illimitato di Bond! L'unica a rimanere contraria e la Bundesbank che ha gridato alla scandalo. Jim Weidmann ha “accusato il colpo”...
Questa notizia ha letteralmente mandato su di giri i cosiddetti "traders", cioè quelli che, in parole povere,  stanno da tempo immemorabile prendendo di mira l'eurozona attraverso la famigerate speculazioni finanziarie. Infatti tale stato di euforia si ripercuote sul mercato borsistico dove la gioia è "palpabile" : Milano ha chiuso a + 4,3% e il famigerato spread è sceso a quota 370! Certo non siamo ancora ai livelli raccomandati da Visco, ma non si può disconoscere che l’effetto Draghi si vede!
Draghi ha mantenuto la promessa: ha trovato il modo per aggirare il trattato. Con questo sistema la Banca Centrale europea dovrebbe essere in  grado  di tenere a freno la speculazione, comprando i Bond dei paesi in difficoltà.
Il risparmio per il Bel paese è quantificabile intorno ai 6 miliardi per il primo anno e 12 nel secondo, per un totale di 35 in tre anni.
Naturalmente, come ogni buon banchiere che si rispetti, Mario Draghi non sarà indulgente senza una necessaria contropartita.  Il governatore della BCE intende infatti subordinare il suo aiuto solo se saranno rispettati i patti.

© ♔Pier Luigi