martedì 31 gennaio 2012

Il rigore non serve a nulla

Nonostante le parole rassicuranti di Mister Mario, secondo cui, “l'Europa è seduta sulla roccia”, conviene essere assai prudenti, soprattutto dopo l’opting out della Gran Bretagna;  appunto perché non esiste ancora un meccanismo cooperativo adeguatamente finanziato e sufficientemente tempestivo, in grado cioè di evitare il prossimo default della Grecia e, successivamente, anche quello del Portogallo. Dopo le continue consultazioni ai vertici europei nulla è cambiato. L’eurozona e il FMI stanno lavorando, di comune accordo, alla creazione di un fondo – salva stati, una sorta di “ombrello” in grado di salvare il salvabile. Intanto i rendimenti dei titoli portoghesi lievitano paurosamente, poiché gli investitori vogliono vederci chiaro su come sarà pilotato il fallimento greco. L’inflazione tedesca scende, seguendo il mefitico trend europeo. Paul Krugman, dal canto suo, fa una interessante riflessione secondo cui Gran Bretagna e l’Italia, ad una distanza eguale rispetto all’inizio della crisi, fra il 2007 e il 1929, mettendo su assi temporali, i medesimi periodi di tempo, dimostra come entrambi siano molto al di sotto circa i famigerati “punti di ripresa del PIL” rispetto al 1929. Il rigore per il rigore, in pratica, non serve a un cavolo. Altri sono i probemi, ma tutti fanno finta di guardare da un'altra parte.

venerdì 13 gennaio 2012

La Consulta, a sorpresa, boccia i quesiti referendari e, di rimando,  incomincia la bagarre. Antonio Di Pietro è in prima linea nel criticare il verdetto che tiene in piedi il "porcellum", tirando in ballo persino il cane da guardia Napoletano. Il cane, da par suo, "abbaia", attraverso una nota aspra contro il parlamentare molisano.  La paura di una vacatio legis non sembra infatti convincere il parlamentare molisano. E non solo lui.  Per converso, evidentemente, ha prevalso (nella Consulta) il forte timore che attraverso la approvazione dei quesiti referendari si potesse creare un enorme vuoto normativo.  In altre parole che ci fosse il rischio concreto di rendere inoperativo il parlamento, privandolo della legge che consente di rappresentarlo.
Il ritorno al "Mattarellum" appariva oltre che scontato, auspicabile e, soprattutto, doveroso. Doveroso in primo luogo per quel milione e duecentodiciassettemila persone che hanno fatto una vera e propria corsa per firmare...
Intanto, nel versante economico, crollano i rendimenti e i Bot vanno letteralmente a ruba. Anche lo Spread scende vistosamente e l'Italia tira un sospiro di sollievo. Un altro sospiro di sollievo lo tira il parlamentare casertano del PDL, che viene salvato dalla camera dall'arresto richiesto dall'Antimafia napoletano.
Tornando alla inammissibilità dei quesiti referendari, si può dire, senza obra di dubbio, che questa decisione è stata una decisione pessima. Pessima per i cittadini che si sentono- per l'ennesima volta- derubati della propria sovranità. Pessima soprattutto anche per la democrazia violata in modo costante, persino dagli organi che doverebbero tutelarla. Intanto aspettiamo il dispositivo della sentenza per leggere le motivazioni.

giovedì 5 gennaio 2012

Bugie di sistema

La nuova "lenzuolata" liberalizzatrice di Monti, volta alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, andrà a tutto vantaggio dei grandi supermercati ed ipermercati. I piccoli esercizi ne usciranno sicuramente penalizzati. Ancor di più saranno penalizzati gli operai che verranno costretti a duri turni di lavoro. Il vero macigno che frena la crescita non è l'orario degli esercizi -che è già di fatto parzialmente liberalizzato (apertura nei giorni festivi e le domeniche)-  ma l'eccessiva tassazione sulle imprese il cosiddetto Total tax rate al 70 % circa. Per rifare sviluppo nel nostro paese occorre abbassare drasticamente questi prelievi, altrimenti i fallimenti e i licenziamenti diventeranno una costante fissa e non facilmente eliminabile del nostro sistema paese.   l primo dato è che la pressione fiscale sull'economia regolare è la più alta del mondo sviluppato (intorno al 60%), e così il livello di tassazione sulle imprese, il cosiddetto Total Tax Rate (68.6%). Si parla ovviamente dell'economia regolare, quella che paga e produce. Ma esiste, ovviamente, anche quella irregolare che non paga e produce lo stesso. In questi contesti, gli orari di lavoro sono già di fatto iper liberalizzati, oltre ogni regola e decenza, tanto da poter far impallidire anche un muso giallo... Ecco il dato di fondo in tutta questa faccenda: è l'enorme strabismo della Pubblica Amministrazione nello scovare gli evasori. In realtà il fisco conosce  - e  ha tutti gli strumenti per farlo - chi evade veramente. Questo naturalmente vale anche per il precedente governo Berlusconi che nulla aveva fatto in proposito. Vi sono infatti intere zone dell'Italia totalmente al nero. E non serve fare un Blitz una tantum per capire che certe zono sono tutte così. Ma, evidentemente, anche coloro che operano nel settore della repressione e della ispezione sanno benissimo come stanno le cose. Quindi, in definitiva, è errato affermare che il Paese non cresce. Anzi, è falso. Questo paese non può e non deve crescere. In pratica, i poteri forti lo hanno dichiarato già fallito.
   

lunedì 2 gennaio 2012

Domande

La gente chiede al governo una netta inversione di tendenza. Anzitutto una ripresa della crescita economica; il che significa un aumento della occupazione e una brusca frenata dei licenziamenti. Qualcuno sarebbe pure tentato di suggerire misure di reale equità fiscale. Purtroppo ciò non si traduce con Equiltalia... tutti coloro che si aspettano questi benefici rimarranno delusi. Equitalia, infatti, segue il mefitico trend del "forte con i deboli e debole con i forti". Ma che cosa significa, esattamente, equità?

Non sono propenso a sostenere che la ricchezza, anche se ottenuta onestamente, vada perseguita e punita. Ciò si tradurrebbe in una becera guerra ottemperata non tanto in nome dell'equità ma della cosiddetta invidia sociale. Occorre saper dintinguere, dunque, divindendo nettamente chi lavora onestamente da chi è solito corrompere, raggirare, sfruttare, truffare e perseguire unicamente il tornaconto personale, senza tener in debito conto i diritti altrui. Penso per esempio a quei manager che hanno male amministrato tante aziende, portandole sull'orlo del fallimento; ma anche a certi operai sindacalizzati che sfruttano la loro posizione di relativo privilegio, per continuare a percepire uno stipendio, senza un debito corrispettivo in termine di produzione. I primi, magari, dopo aver fatto strada attraverso pratiche illegali, ricorrendo finanche alla corruzione, hanno lasciato tutti sul lastrico con una cospicua buonuscita. E i secondi non hanno mai avuto a cuore le sorti dell'azienda in cui prestavano la loro opera, preoccupandosi unicamente di sfruttare al massimo una situazione di vantaggio a cui non intendevano riununciare. E ancora. C'è equità di trattamento fra le diverse generazioni? Sanno i nostri giovani a cosa stanno andando incontro? Avranno questi ultimi un trattamento pensionistico che si rispetti? O meglio: avranno semplicemente una pensione? Qualcuno parlerà anche della famigerata evasione fiscale. Ma anche qui esistono delle considerazioni preliminari da farsi. Esiste una evasione che, in un certo senso, potremmo definire, strutturale e necessaria, poichè senza di essa, l'impresa cesserebbe di esistere (almeno in questo sistema). Ed esiste una evasione sistematica ed egoista, volta unicamente alla realizzazione di cospicui profitti. Allora per mettere fine ad entrambe occorre riformare totalmente il sistema. Sicuramente esiste una parte del paese che produce reddito e lavora e ve n'è un'altra sostanzialmente parassitaria. Penso, per esempio, alla pletora di colletti bianchi assunti massimamente attraverso la famigerata Legge 285 del 1977.  Enti di ogni genere e tipo, senza alcuna cognizione di buona amministrazione e di bilancio, annoverano fra le loro fila facchini, braccianti agricoli, ecc. impiegati in modo del tutto disarmonico,  magari con evidenti inversioni di ruoli e mansioni, giustificati nel loro agire solo da una nefanda prassi politico-clientelare.

Costoro, spiace dirlo, rappresentano la fascia di parassitismo più ampia esistente nello stivale italico anche se - occorre ammetterlo - sono in massima parte collocati al Sud, spesso attraverso il cosidcdetto  "voto di scambio". Inoltre vi è un problema di credito per le imprese. I tassi di interesse, insieme alla presenza costante sul territorio della criminalità organizzata, portano al fallimento moltissime imprese. Queste mefitiche pratiche devono cessare. La Crescita non c'è e, temo, non ci sarà nemmeno in un prossimo venturo. Il cosiddetto decreto Salva-Italia altro non è che un decreto salva-banche e, per adesso, ha ottenuto un unico risultato: ha innalzato la pressione fiscale al top (45%). Ciò significa che in questo anno vi sarà un calo vertiginoso del reddito... Certo se si fossero tagliate le spese inutili e si fossero cancellati tutti i privilegi, a cominciare da quelli parlamentari, l'effetto sarebbe stato sicuramente depotenziato. Ma... tant'è. I nostri governanti parlano di "fiducia" come di una sorta di parola magica che può risollevare le sorti disastrate del nostro paese. E' vero, poichè in un sistema in cui la moneta non ha più intrinsecamente alcun valore, la fiducia rimane l'unica cosa di cui necessita. Ma a quale costo? Chi pagherà? Chi dovrà continuare imperterrito a fare sacrifici per mantenere in vita questa economia folle e profondamente iniquia?
© ♔Pier Luigi