L'euro è a rischio: è vero. I motivi sono noti. Ma tutti fanno finta di non conoscerli. Non è difficile capire cosa voglia dire in concreto. I sostenitori della moneta unica ritengono che un ritorno alle valute nazionali sia una sciagura: fughe di capitali, disoccupazione e inflazione oltre ai problemi collegati alla riconversione di una parte degli euro in un'altra moneta. Il circolo finanziario dirige il circo mediatico con le solite "ricette" da propinare al popolo bue. La rinomata Moody's ritiene che i fallimenti multipli non siano ipotesi fantasiose ma una concreta possibilità. Come per dire: se gli stati sovrani non si metteranno in riga facendo quadrare i conti e i bilanci, saranno guai per tutti. Oggi il tesoro italiano ha dovuto emettere 8,8 miliardi in titoli poliennali. Le banche sono molto pessimiste al riguardo. Solo se la cancelliera cambierà idea sugli eurobond
la crisi si attenuerà. Viceversa più tempo passa perggio sarà! Se la BCE non assumerà il ruolo di prestatore di ultima istanza, le banche dovranno prepararsi al fallimento. La Cancelliera tedesca pretende che i singoli paesi mettano a posto i
propri conti pubblici come condizione per intervenire, parla di unione
fiscale e di revisione dei trattati. Cose che richiedono mesi, mentre i
capitali abbandonano i paesi in difficoltà con la velocità della luce. Per questi ed altri fattori ancora la situazione sembra precipitare.
Ormai anche nelle segrete stanze berlinesi ci si prepara ad una uscita dalla moneta unica. Le tappe della dipartita sarebbero state elaborate dall'Università Helmut Scmidt di Amburgo, che fa capo alle forze armate. Chiusura delle Banche, emissione delle nuove banconote, rigidi controlli alle frontiere, doppia circolazione delle due monete ed infine il passaggio al nuovo marco rivalutato del 25% rispetto all'euro.
Esistono comunque molte difficoltà nella uscita dall'euro. La moneta non è solo un mezzo per comprare beni e servizi. La moneta ha tre funzioni fondamentali: unità di conto, mezzo di pagamento, e riserva di valore, ragion per cui, vi sarà, come sempre accade chi ci perde e chi si arricchisce. Sicuramente occorre evitare la fuga di capitali all'estero e bloccare lo scambio di merci finché tutto sarà più chiaro.
Per l'Italia occorre conoscere come saranno rivalutati i titoli di debito e, soprattutto, quanto perderanno i detentori, poiché se i BTP rispondono alla normativa italiana, non così avverrà per le obbligazioni piazzate a Wall Strett! Per questo motivo alla dichiarazione di default occorrerà non pagare il debito e seguire l'esempio islandese, facendo a meno dell'euro e del FMI.
Ma è difficile che i nostri governi (mera espressione dell'alta finanza) facciano una scelta del genere...
© ♔Pier Luigi
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