Nonostante le parole rassicuranti di Mister Mario, secondo cui, “l'Europa è seduta sulla roccia”, conviene essere assai prudenti, soprattutto dopo l’opting out della Gran Bretagna; appunto perché non esiste ancora un meccanismo cooperativo adeguatamente finanziato e sufficientemente tempestivo, in grado cioè di evitare il prossimo
default della
Grecia e, successivamente, anche quello del
Portogallo. Dopo le continue consultazioni ai vertici europei nulla è cambiato. L’eurozona e il FMI stanno lavorando, di comune accordo, alla creazione di un fondo – salva stati, una sorta di “ombrello” in grado di salvare il salvabile. Intanto i rendimenti dei titoli portoghesi lievitano paurosamente, poiché gli investitori vogliono vederci chiaro su come sarà pilotato il fallimento greco. L’inflazione tedesca scende, seguendo il mefitico trend europeo.
Paul Krugman, dal canto suo, fa una interessante riflessione secondo cui Gran Bretagna e l’Italia, ad una distanza eguale rispetto all’inizio della crisi, fra il 2007 e il 1929, mettendo su assi temporali, i medesimi periodi di tempo, dimostra come entrambi siano molto al di sotto circa i famigerati “punti di ripresa del
PIL” rispetto al 1929. Il rigore per il rigore, in pratica, non serve a un cavolo. Altri sono i probemi, ma tutti fanno finta di guardare da un'altra parte.
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