venerdì 13 gennaio 2012

La Consulta, a sorpresa, boccia i quesiti referendari e, di rimando,  incomincia la bagarre. Antonio Di Pietro è in prima linea nel criticare il verdetto che tiene in piedi il "porcellum", tirando in ballo persino il cane da guardia Napoletano. Il cane, da par suo, "abbaia", attraverso una nota aspra contro il parlamentare molisano.  La paura di una vacatio legis non sembra infatti convincere il parlamentare molisano. E non solo lui.  Per converso, evidentemente, ha prevalso (nella Consulta) il forte timore che attraverso la approvazione dei quesiti referendari si potesse creare un enorme vuoto normativo.  In altre parole che ci fosse il rischio concreto di rendere inoperativo il parlamento, privandolo della legge che consente di rappresentarlo.
Il ritorno al "Mattarellum" appariva oltre che scontato, auspicabile e, soprattutto, doveroso. Doveroso in primo luogo per quel milione e duecentodiciassettemila persone che hanno fatto una vera e propria corsa per firmare...
Intanto, nel versante economico, crollano i rendimenti e i Bot vanno letteralmente a ruba. Anche lo Spread scende vistosamente e l'Italia tira un sospiro di sollievo. Un altro sospiro di sollievo lo tira il parlamentare casertano del PDL, che viene salvato dalla camera dall'arresto richiesto dall'Antimafia napoletano.
Tornando alla inammissibilità dei quesiti referendari, si può dire, senza obra di dubbio, che questa decisione è stata una decisione pessima. Pessima per i cittadini che si sentono- per l'ennesima volta- derubati della propria sovranità. Pessima soprattutto anche per la democrazia violata in modo costante, persino dagli organi che doverebbero tutelarla. Intanto aspettiamo il dispositivo della sentenza per leggere le motivazioni.

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