domenica 12 giugno 2011

Assegno

Differenza tra assegno circolare e bancario

L’assegno bancario é uno dei metodi di pagamento più diffusi. Chi acquista qualcosa può pagare in contanti oppure tramite cambiali, bonifico o con assegno. È quindi un titolo di credito e permette di vantare un diritto a una prestazione di denaro. Di assegno però non ce n’è uno solo: per esempio, qual é la differenza tra assegno circolare e bancario?
Non si tratta di una differenza di poco conto: a seconda che si tratti dell’uno o dell’altro, il titolare o il possessore dell’assegno potrà vantare maggiori o minori certezze sulla presenza del denaro sul conto corrente di chi lo ha emesso e quindi sulla riscossione della somma. Quale dei due assegni é garantito e quindi più sicuro?


L’assegno circolare viene firmato ed emesso direttamente dalla banca, la quale, prima di emetterlo, si accerta che sinao presenti i fondi sul conto corrente del titolare. Una volta conclusi positivamente gli accertamenti l’assegno viene emesso. L’assegno circolare riporta il nome del beneficiario e la banca si prende l’incarico di mantenere quella somma per 30 giorni dalla data di emissione (oltre tale data l’assegno circolare non può essere più riscosso). Si tratta quindi di un metodo di pagamento sicuro, é impossibile che un assegno circolare sia scoperto. Ovviamente, a meno che non si tratti di un assegno falso, carta straccia. Ma anche in questo caso è possibile fare le opportune verifiche con il benefondi informativo.

L’assegno bancario classico invece, viene firmato dal correntista (ma sempre emesso dalla banca). La banca infatti rilascia al cliente un carnet di assegni (di solito composto da 10 assegni), dove ogni foglio é contrassegnato da un numero univoco e progressivo. Questo tipo di assegno non fornisce nessuna garanzia sulla presenza dei soldi sul conto, ma ovviamente impegna, colui che lo emette, a far si che il denaro sia presente. Se l’assegno é scoperto (mancano i fondi sul conto corrente), può essere protestato, ovvero il beneficiario può intraprendere un procedimento di rivalsa, detto protesto (che non garantisce comunque l’incasso).

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