giovedì 9 giugno 2011

Animal Spirits



Animal spirits viene dalla lingua inglese. Tradotto letteralmente significa "spiriti animali". 
La frase fu coniata da John Maynard Keynes e può tradursi semplicemente con "Zelo imprenditoriale".  Viene utilizzato prevalentemente in campo economico per indicare quella spinta, talvolta imprevedibile, degli imprenditori ad investire e fare impresa.   Secondo il celebre economista inglese gli animal spirits sono un insieme di forze e motivazioni, tra cui l'intuizione personale e l'ottimismo, che spingono l'imprenditore a ricercare il successo, investendo anche in settori dove le analisi di mercato non lasciano grandi speranze di successo. Secondo Keynes l'imprenditore segue un comportamento istintivo e spontaneo. Keynes utilizza questo modello di comportamento, in parte irrazionale, degli imprenditori per interpretare anche le ondate di ottimismo e di pessimismo che si alternano in occasione della crisi del 1929, giustificando un intervento dello Stato per correggere o assecondare le scelte d'impresa. Le aspettative imprenditoriali possono indurre gli imprenditori a posticipare gli investimenti anche in presenza di tassi di interesse molto bassi, ossia di un basso costo dell'indebitamento e della liquidità. In questa particolare situazione, definita da Keynes "trappola della liquidità", le imprese cercano di finanziare l'attività produttiva mediante l'emissione di titoli ma la domanda di mercato di questi ultimi è minima, causando l'instabilità e la recessione del sistema economico che viene così a trovarsi in una situazione di stallo. Soltanto una politica fiscale di intervento pubblico, secondo Keynes, può consentire all'economia di avviare una nuova crescita economica.

L'analisi di Keynes sugli animal spirits analizza la situazione economica dei paesi industrializzati negli anni '30 dopo la crisi economica del '29. In quegli anni i paesi sono caratterizzati da una bassa spesa pubblica e da uno Stato minimo, nella convinzione liberista che il mercato sia in grado di giungere da sé ad un equilibrio ottimale. La politica keynesiana non sarebbe altrettanto valida oggi in quanto gli stati si trovano in una situazione di massiccio intervento pubblico e con un elevato debito pubblico in rapporto al Pil.  Molti economisti hanno ritenuto che questo zelo imprenditoriale rivesta un effetto significativo sulla CRESCITA  e sul livello dell'attività economica. 

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