martedì 11 settembre 2012

Exit Strategy


Questa non è una proposta irrealizzabile; forse è una proposta disperata, ma occorre per reagire ad una situazione disperante. Lo stato è stato esautorato della sua funzione emittente e, di conseguenza, della sua sovranità monetaria. Il popolo è stato, di fatto, indebitato. Infatti il compianto Prof. Giacinto Auriti sosteneva:
"Il diritto di emettere denaro e, in conseguenza, di stabilirne il valore, è un attributo squisito della sovranità".
Ed ancora:
"Fin tanto che non si dimostra chi è il proprietario all'atto dell'emissione, tutti i crediti e tutti i debiti sono inesigibili."
Questo è vero poiché manca la cosiddetta "certezza giuridica" del diritto. Infatti, storicamente...
"La moneta quando era d'oro era di proprietà del portatore; oggi, con la moneta nominale, il proprietario è la Banca Centrale di emissione (BCE)" La moneta-debito è il capolavoro di satana, perché attraverso di essa, chi l'accetta viene truffato. Questo è un debito non dovuto o, meglio, un credito rovesciato perché scaturisce da un'espropriazione indebita all'atto dell'emissione. La prova di ciò sta nel fatto che prima la gente lavorava per il raggiungimento del profitto, oggi lavora per pagare i debiti!"
Pertanto, "La sovranità politica, senza la sovranità monetaria, non esiste".
Se prima le citate parole del compianto Prof. Auriti davano un qualche spiraglio per improntare una azione di rivendicazione della sovranità monetaria presso i reggenti dell'euro sistema, oggi, dopo l'evasione della richiesta posta dall'On. Marco Scurria, la questione non può nemmeno essere più posta all'ordine del giorno poiché la risposta è stata già data. Secondo Olli Rehn, infatti, la proprietà della moneta all'atto dell'emissione spetta all'euro sistema.
Quindi, senza operare ulteriori digressioni da azzeccagarbugli, l'unica strada percorribile è uscire dall'euro. A ben vedere, però, neanche questo sarebbe possibile poiché non è stato previsto alcun meccanismo di uscita dalla moneta unica. "Stracciare gli accordi", come suggeriscono alcuni estremisti, comporterebbe danni inestimabili sia sul piano economico sia sul piano delle relazioni internazionali. 
Vi sarebbero infatti tutta una serie di conseguenze catastrofiche negli scambi commerciali ecc. Intanto, nell'attesa di poter tornare a battere moneta per conto proprio,  potrebbe risultare assai utile affiancare all'euro una moneta complementare che abbia le caratteristiche del SIMEC di auritiana memoria. Con ciò si stimolerebbe la ripresa di un paese sull'orlo del collasso incentivando gli acquisti e le vendite al dettaglio. In prospettiva, invece, c'è da riprogrammare l'agenda economica in modo tale da risultare più funzionale alle necessità della popolazione e meno dipendente dai capricci dei rentiers.
L'unica strada da seguire è quella dell'uscita dall'Unione Europea, poiché allo stato dei fatti non esistono condizioni accettabili per rimanerci.
Infatti, l'art. 50 del Trattato di Lisbona prevede la possibilità per uno stato membro dell'U.E. di uscire unilateralmente.
Solo in un secondo momento si potrebbe eventualmente rinegoziare un'eventuale rientro, dato che esistono paesi che, pur facendo parte della UE, non hanno adottato la moneta unica. Basti pensare al caso eclatante della Gran Bretagna. E se non l'hanno fatto loro avranno avuto un'ottima ragione per rimanerne fuori. 
© ♚Pierre

3 commenti:

  1. Immaginiamo allora il popolo allorquando dovesse esprimersi ogni qual volta si tratta di stabilire il T.U.S dell'Euro!!! E' una cosa davvero ridicola!!

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  2. Il popolo risponderebbe che il T.U.S. deve essere pari a Zero, poichè è assurdo che uno Stato per avere la sua moneta debba pagare un interesse, sia pur minimo.

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  3. ... giusto. Mi pare assai giusto: Moneta al POPOLO!

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